Il pallino della sicurezza in auto mi è stato inculcato fin da piccola, dato che sono figlia di assicuratori che su incidenti automobilistici ci lavoravano – ahimè – quotidianamente.
E sbuffavo, così come da piccoli si sbuffa per tutte quelle cose che ci sembrano solo delle inutili rotture di scatole. Sbuffavo quando ad agosto con 40 gradi dovevo stare sul seggiolino a fare la sauna (visto che negli anni 80 l’impianto di condizionamento della nostra auto corrispondeva al tetto apribile) mentre molti miei coetanei scorrazzavano liberi per l’auto. Sbuffavo quando mio papà non metteva in moto finché tutti non avevamo le cinture allacciate, stando fermo a volte per dei buoni quarti d’ora. Sbuffavo quando all’uscita dall’asilo vedevo dei miei compagni salire davanti, sul “sedile dei grandi”, e i miei non me lo facevano fare. Sbuffavo quando durante qualche viaggio io e mio fratello ci slacciavamo le cinture a vicenda, così per punzecchiarci nella noia, e i miei ci sgridavano parlando di quanto fosse importante la sicurezza in auto in un’epoca in cui ancora si faceva poca attenzione a questo tema.
“Il figlio di un mio cliente era seduto sul sedile posteriore senza cintura, hanno fatto un incidente e lui è finito contro il parabrezza come un proiettile e ha rotto il vetro con la testa!“. A 8 anni non credevo a queste storie, pensavo fossero inventate per spaventarmi e costringermi a stare composta come volevano i miei, le consideravo alla stregua della canzone “mio cuggino” di Elio.
Poi, crescendo, li ho ringraziati, e a volte mi tornano in mente quei momenti quando mi rendo conto che l’automatismo di salire in auto e come prima cosa mettere la cintura l’ho sempre avuto, così come quello di controllare se gli altri la hanno e se tutto è a posto prima di partire.
Devo dire però che per la maggior parte della mia vita da patentata ho guidato da sola, e molte considerazioni non ti vengono nemmeno in mente quando devi fare attenzione solo a te stesso.
Le cose hanno iniziato a cambiare quando aspettavo Enea, e al corso preparto ci hanno parlato del tema della sicurezza in auto. Ho scoperto, ad esempio, che il posto del passeggero è il più pericoloso di tutti, e che i bimbi sono più sicuri se viaggiano in senso contrario a quello di marcia il più a lungo possibile.
Ho iniziato ad informarmi sui seggiolini auto quando ancora avevamo molti mesi di ovetto davanti a noi, ma orientarsi in questo mondo non è facile per una che è alle prime armi, e volevo essere certa di scegliere bene. Tra i miei preferiti in wishlist c’era il seggiolino Axissfix di Bébé Confort, che riuniva dei plus per me importantissimi:
- la rotazione a 360 gradi (comodissima per mettere e togliere il bimbo, soprattutto quando si addormenta),
- la seduta reclinabile, anche questa utilissima per la nanna (si capisce che ho un figlio che dorme solo in macchina?),
- l’omologazione i-size, una normativa europea che impone degli standard di sicurezza più elevati per i seggiolini auto e riducono le possibilità di errore nella scelta e nel posizionamento del seggiolino,
- la possibilità di installarlo sia in senso contrario a quello di marcia (dai 61 – ovvero circa 4 mesi – agli 87cm), sia in senso di marcia (dagli 87 ai 105cm, che corrisponde ai 4 anni circa),
- i ganci per tenere aperte le cinture finché si sistema il bambino. Sembra un dettaglio minore, ma il mio ovetto non la aveva e la cosa mi aveva infastidito tantissimo perché mi finivano sempre incastrate sotto alla schiena di Enea mentre lo sedevo, e per tirarle fuori lo svegliavo quasi sempre.
La possibilità di diventare mamma tester per Bébé Confort è capitata a fagiolo, e mi ha permesso di utilizzare non il seggiolino che volevo, bensì la sua versione evoluta, AxissFix Air, che ha in più l’airbag integrato che lo rende fino al 55% più sicuro, ed è l’unico seggiolino al mondo con questo plus. Per quanto di video di crash test io ne abbia visti tanti (sempre per la storia dei genitori assicuratori), appena ho visto questo non ho avuto dubbi che fosse la scelta migliore per Enea, ancor più quando sarà il momento di girare il seggiolino nel senso di marcia.
Oltretutto mi sa che Enea l’ovetto proprio lo odiava, perché in macchina urlava sempre come un pazzo, e da quando siamo passati al seggiolino sta molto più buono e si fa delle super dormite…tanto che ci ritroviamo ad usarlo praticamente sempre reclinato!
Certo, gli airbag aperti spero di non vederli mai (infatti per questo vi metto un paio di foto prese dal sito…stessa cosa anche per l’orientamento nel senso di marcia, visto che per noi è ancora presto), ma sapere che stiamo mettendo il nostro bimbo nelle migliori condizioni di sicurezza ci fa guidare molto più tranquilli, giusto?
Poi chissà se un domani anch’io lo dovrò minacciare per allacciarsi la cintura…vi terrò aggiornati ;p
P.S. se vi state chiedendo cosa succede se l’airbag dovesse attivarsi (me lo ero chiesta anche io), in quel caso l’azienda ritira il seggiolino e lo sostituisce gratuitamente.
Post in collaborazione con Bébé Confort. Le opinioni sul prodotto sono genuine e frutto della mia personale esperienza.
2 commenti
Ciao,Giulia e,innanzitutto,complimenti per il tuo bimbo. Immagino che il mio commento sia un po’ una voce fuori dal coro,e comunque non mi interessa che venga pubblicato o no, puoi considerarlo solo tra me e te. Ti seguo praticamente dall’inizio,ho avuto da te idee,spunti,spiegazioni o anche solo momenti di riflessione, ho copiato o modificato tue idee e ho dempre apprezzato la tua capacità di dire,con poche parole,concetti profondi. Però questo ultimo post( e,a dire il vero,anche qualcuno precedente) mi ha decisamente irritato. Sia chiaro,non dubito che il seggiolino di cui parli sia la Rolls Royce dei seggiolini, che abbia tutte le caratteristiche positive di cui parli, che quelle che esprimi siano veramente le tue opinioni. Quello che mi ha dato fastidio è che tu parli dell’essere nominata tester del suddetto seggiolino come di una casualità,come se tra tutte le mamme che hanno partorito in quell’ospedale,guarda caso,abbiano scelto proprio te, estraendo il tuo nome dal cappello. Ovvio che si è trattato di un do ut des, io ti regalo il seggiolino e tu racconti alle tue lettrici quanto è notevole, Che poi, visto che ha tutte le qualità che tu evidenzi, non dovrebbe avere bisogno di troppa pubblicità, le mamme parlano tra loro e per i figli si vuole il meglio. E’ come quando vedo la pubblicità della Nutella: ma che spendono soldi a fare, tanto ne vendono a tonnellate comunque? Ecco,ho voluto dirti quello che penso, non volermene. A presto con gli altri post. Giovanna Buongiorno
Ciao Giovanna, innanzitutto vorrei dirti che apprezzo il tuo commento e che tu mi abbia voluto dire come la pensi. Non c’è motivo per non pubblicarlo, e anzi ti rispondo con la massima serenità.
Che tu decida di crederci o meno, l’essere stata scelta come tester di questo seggiolino è stata davvero una casualità. Non si è trattata di un’estrazione dal cappello tra tutte le mamme che hanno partorito nel mio stesso ospedale come dici perché non è così che funzionano queste cose, ma è stata una scelta effettuata da parte di chi si occupa della comunicazione online per questa azienda, che ha evidentemente preso in considerazione una serie di mamme blogger e ha ritenuto che io avessi i requisiti richiesti per partecipare a questa campagna.
Nel mondo digitale anche il passaparola diventa digitale, e la maggior parte delle persone ormai prima di acquistare un oggetto fa una ricerca online per leggere le opinioni di chi l’ha provato: recensioni su siti e portali e-commerce, su blog e su forum. Se fosse vero quello che dici, che un buon prodotto si vende da solo, tutte le persone che hanno avuto esperienze positive dovrebbero fare a meno di scrivere una recensione? E se esce in commercio un buon prodotto, che essendo una novità non è conosciuto, come dovrebbero fare le aziende a farlo conoscere, secondo te, se la pubblicità e i tester dei prodotti sono un qualcosa da eliminare? Le persone dovrebbero comprare un prodotto mai sentito, che nessuno ha provato, e del quale non sono reperibili recensioni, opinioni, video dimostrativi o simili?
Non volermene, ma il blog è il mio hobby e nella vita mi occupo proprio di digital marketing, non sono proprio una che non sa come funziona 🙂