Hai presente quando, nel leggere di fretta una parola che non ti è familiare, la leggi sbagliata, e da quel momento in poi si fissa in quel modo nella tua testa e il tuo sguardo non si accorge dell’errore nemmeno in mille letture successive? A me è capitato che questa cosa andasse avanti per anni, e uno dei casi più clamorosi riguarda i Peanuts, i personaggi del fumetto si Schulz che io adoro. Per tutte le elementari e medie sono stata convinta che si chiamassero “Peantus”, e sarei stata pronta a giurare che il titolo di tutti i fumetti che avevo nella libreria fosse scritto con le lettere in quell’esatta sequenza.
Un altro caso abbastanza clamoroso è il Tangram, il rompicapo cinese che io, per anni, sono stata convinta si chiamasse “Tanagram”. Sono cose che poi, quando scopri la verità, rimani sconvolto.
Ma che cos’è il Tangram?
Il Tangram, come dicevo, è un gioco cinese molto antico che si basa sulla scomposizione e ricomposizione di un quadrato di materiale rigido suddiviso in 7 forme geometriche: 5 triangoli di dimensioni diverse, un quadrato e un rombo.
Il Tangram come gioco didattico
Pur non essendo un gioco Montessori “ufficiale”, il Tangram viene spesso usato come gioco didattico perché permette di sviluppare e potenziare le capacità creative e di concentrazione, oltre ad essere utile nell’insegnamento della matematica e della geometria.
Con la combinazione dei suoi 7 elementi si possono ottenere un numero pressoché infinito di figure (animali, figure astratte, oggetti di uso comune). Ci sono solo due semplicissime regole:
– per la costruzione di ogni figura devono essere usati tutti i pezzi;
– non si possono sovrapporre i pezzi.
Costruire un tangram è molto facile: puoi utilizzare un materiale rigido molto semplice come un cartoncino e, con l’aiuto di matita e righello, riportare lo schema che trovi qui sotto e ritagliare con le forbici lungo le linee.
Oggi però voglio mostrarti come ho costruito un tangram più durevole (proprio come quelli che si comprano), in legno di pino o abete, con matita, righello e il mio Dremel MotoSaw (ma un traforo va benissimo).
Come realizzare un Tangram in legno fai da te
Che cosa serve:
- per il tangram: un quadrato di legno di pino o abete di cm 16×16, spessore 1cm;
- per il supporto: un quadrato di compensato di cm 19×19;
- profilo in legno largo 1,5cm;
- matita e righello;
- carta vetrata a grana fine (io 280);
- seghetto da traforo manuale o elettrico (io il Dremel MotoSaw);
- pittura acrilica a piacere;
- vernice trasparente opaca;
- colla vinilica o colla a caldo
Come si fa:
Con l’aiuto di matita e righello, riporta la sagoma del tangram sul quadrato di legno 16×16. In questa fase è molto importante essere precisi se non vuoi ritrovarti con delle figure geometriche sbilenche. Taglia poi lungo le linee con il Dremel MotoSaw. Non ho utilizzato altri attrezzi da taglio (Dremel DSM20 o seghetto alternativo) perché qui anche un millimetro fa la differenza, per cui ho bisogno di avere il massimo controllo dello strumento e che il taglio “mangi” la minore quantità di legno possibile.
Sempre con il seghetto taglia poi dal profilo in legno 4 segmenti di 19cm di lunghezza. Fai un taglio a 45 gradi da entrambe le estremità dei 4 segmenti. Questi profili, assieme alla tavoletta di compensato, serviranno per creare la “base di alloggiamento” del tangram, dove riporlo ricomposto quando non viene utilizzato.
Leviga tutto molto bene con la carta vetrata: i pezzi del tangram e la sua base dovranno essere liscissimi e vellutati al tatto.
Utilizzando la colla vinilica o la colla a caldo, fissa il profilo sui bordi della tavoletta di compensato a mò di cornice.
A questo punto hai due opzioni: mantenere il tuo tangram in legno naturale (in questo caso saranno sufficienti due passate di vernice trasparente opaca) o dipingere ogni pezzo di un colore diverso utilizzando i colori acrilici. Io ho scelto questa seconda opzione: in ogni caso rifinisci sempre con la vernice trasparente una volta che il colore sarà asciutto.
N.B. un piccolo appunto sull’asciugatura della vernice. Mi ha scritto di recente una ragazza che aveva verniciato delle sagome in legno, le aveva fatte asciugare 3 ore e le aveva poi riposte in una scatola. Il giorno dopo però le sagome si erano incollate tra loro in alcuni punti, rovinandosi inevitabilmente dove facevano contatto.
Come premessa, ricorda che che vernici di marche diverse possono avere tempi di asciugatura diversi (che dipendono, oltre che dalla composizione, anche da fattori contingenti come l’umidità e l’aerazione del luogo dove ti trovi e lo spessore dello strato che stendi). Quindi nel dubbio cerca di fare sempre strati sottili, leggi sempre le indicazioni sull’etichetta, e piuttosto se non sei sicura aspetta un’ora in più.
Detto questo, ricorda comunque che tutte le vernici hanno due livelli di asciugatura:
- asciugatura superficiale o “fuori polvere“: di solito va da 10 minuti a 1 ora. Significa che la vernice è asciutta al tatto. Puoi toccare e spostare gli oggetti senza sporcarti le mani e senza lasciare impronte, ma non farti ingannare dalla sensazione tattile ed EVITA DI: carteggiare, scrivere sulla vernice, sovrapporre più oggetti o spostarli su superfici a cui la vernice si potrebbe incollare.
- asciugatura completa: di solito richiede dalle 6 alle 12 ore. Significa che la vernice è DAVVERO asciutta, e che puoi: carteggiare, scrivere sulla vernice, sovrapporre gli oggetti senza paura, impacchettarli e appoggiarli ovunque. Puoi accelerare il raggiungimento di questa fase mettendo gli oggetti vicino al termosifone o usando un phon 🙂
10 commenti
Ciao Giulia,
non conoscevo il TANGRAM, o meglio quando l’ho visto nel tuo post mi si sono aperti i “cassetti della memoria” come diceva Jerry Scotti in una famosa trasmissione tv … lo avevo già visto ma non ne conoscevo ne il nome ne l’utilizzo.
Bello questo tuo post e grazie per il tutorial.
Siamo almeno in due a conoscere degli oggetti dall’infanzia ma non ricordarne il nome 😉 Sono felice che ti sia piaciuto, secondo me è uno di quei giochi che non hanno età.
Un bacione!
Uaohhhhhh 🙂 ma che bel progettoooo 🙂 che pazienza eh? Un passo passo veramente impegnativo… ma immagino già quanta soddisfazione! Conosco il tangram … a volte strumento di valutazione per capire se si hanno attitudini di “pensiero laterale” … ho preso un kit di collage lo scorso anno a mia figlia qui http://www.borgione.it/tangram-collage.html e grazie a questo pdf http://www.roylco.com/artwork/R15663art.pdf trovate tante nuove idee 🙂
Grazie come sempre per la condivisione! Mi piace moltissimo il tuo blog!
Alla prossima,
Ciao, Giulia
In realtà meno lungo di quanto pensassi, diciamo che una volta che lo disegni dritto e lo tagli dritto hai fatto la maggior parte del lavoro 🙂
Le figure sono praticamente infinite, e a volte mi ci diverto anche io: sono quella tipologia di giochi per bambini che sono anche utili e non passano mai di moda. Grazie per aver linkato il pdf, ora passo a vedermi il refashion terminato da te 🙂 Un bacione!
Come sempre hai delle idee grandiose! Mi piace molto come hai dipinto i vari pezzi del Tangram soprattutto il fatto che si notano le venature del legno. Bello! 🙂
Ho tenuto la vernice leggera apposta, perché non volevo che risultasse totalmente coprente come nei giochi soliti (soprattutto visto che non è compensato ma un bel legno) per cui sono felice che tu lo abbia notato 🙂
Un bacione!
Ciao Giulia e’ da un po’ che ti seguo sei molto brava, e grazie a te , ho acquistato il moto saw , convinta che usarlo fosse una passeggiata ma sono troppooo imbranata ??. Non è’ che per caso organizzi qualche mini corso da qualche parte ? Io abito non lontano da Treviso e correrei .. un bacio
Gaia
Ciao Gaia, innanzitutto grazie di cuore per seguirmi e per i complimenti 🙂
Al momento non ho dei corsi programmati, ma non escludo che capitino: ti farò sapere sicuramente! Un’opportunità molto probabile è che io li faccia in fiera in primavera (l’anno scorso li ho fatti), ma se capita qualche occasione prima ti aggiorno 😉
Inizialmente comunque bisogna prendere un po’ la mano: se posso esserti utile in qualche modo scrivi pure!
Brava giulia
Grazie 🙂