Devo dire che il mio atteggiamento verso i mercatini è cambiato molto nel tempo: sono passata da fervida attivista a partecipante passiva (con preferenza per il periodo natalizio) nel giro di pochi anni, e il mio fiammante gazebo color avorio è finito coperto di ragnatele in un angolo della soffitta dei miei.
Insomma, all’inizio ne ero entusiasta: lavorare sodo nei mesi precedenti per poi vedere il frutto del tuo lavoro esposto in bella mostra, progettare tutto quanto – dalle tovaglie al packaging – e alzarsi all’alba con quell’adrenalina in corpo che ti fa uscire dal piumone con un sorriso anche quando fuori è buio pesto e ci sono 5 gradi sottozero. Poi qualcosa è cambiato, ho capito meglio cosa volevo fare (ma questo te lo racconto in un altro post) e l’adrenalina ha ceduto il passo al piumone, e così almeno per il momento ai mercatini ci vado solo da visitatrice curiosa.
Ciò non toglie che io continui a credere nei mercatini come finestra accessibile per crafter, artigiani/e e hobbisti/e bravissimi che altrimenti avrebbero difficoltà a farsi conoscere (certo, c’è la vendita online, ma parliamo di un mondo diverso e complementare), per questo motivo la terza puntata della rubrica Fisco per Crafter è dedicata proprio a questo argomento:
Come essere in regola vendendo come hobbista nei mercatini
Sempre con la collaborazione di Federico, dottore commercialista e autore del sito Fiscomania, questo articolo toccherà i temi principali relativi alla partecipazione a mercatini di paese e fiere. Se vuoi leggere le puntate precedenti, abbiamo parlato di quando aprire partita iva e come compilare ricevute non fiscali, e come essere in regola nella vendita di oggetti handmade online. In quest’ultima puntata invece parleremo di:
- Mercatini di paese: i documenti per essere in regola
- Posso/devo esporre i prezzi delle mie creazioni?
- Posso vendere liberamente senza rilasciare ricevuta?
- Le ricevute fiscali quando si tengono dei corsi
Mercatini di paese: i documenti per essere in regola
Solitamente gli hobbisti che desiderano esporre e vendere i propri prodotti, partecipano a mercatini periodici, organizzati da varie associazioni o direttamente dai comuni. La partecipazione a questi mercatini deve avvenire necessariamente rispettando la disciplina sulla vendita temporanea.
Non preoccuparti se non conosci gli adempimenti da attuare: le associazioni che organizzano il mercatino generalmente se ne occupano direttamente. Tuttavia, se vuoi fare da sola o semplicemente conoscere le procedure, ecco quali sono i documenti da produrre e conservare:
- Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà – si tratta di una autocertificazione da presentare presso il Comune dove si svolge il mercatino, dove si dichiara di esercitare attività di esposizione e vendita di proprie opere dell’ingegno a carattere creativo senza necessità di autorizzazione amministrativa (articolo 4, comma 2, lettera h), D.Lgs. n. 114/98). Non vi è un modello standard, ma puoi trovare il modello di tuo interesse presso la pro loco competente per il tuo Comune, oppure presso le varie associazioni che si occupano di promuovere i vari mercatini locali. Questo perché ogni Comune usa modelli propri;
- Tesserino degli hobbisti – negli ultimi anni molti Comuni hanno adottato una vera e propria regolamentazione per la partecipazione degli hobbisti ai mercatini, ed hanno istituito un “tesserino degli hobbisti”. Si tratta di un documento che è possibile ottenere dietro il pagamento di un compenso al Comune competente e consente all’hobbista di poter esporre liberamente le proprie creazioni nei mercatini del Comune. Molti comuni prevedono una partecipazione ad un numero massimo di mercatini organizzati durante l’anno. In generale comunque è possibile partecipare a più mercatini, a condizione che non si superino i 30 giorni l’anno in cui si effettua la vendita.
- Eventuale altra documentazione aggiuntiva richiesta dai singoli Comuni, come ad esempio, il pagamento della tassa legata all’occupazione di suolo pubblico.
Come avrai capito è impossibile riassumere tutta la normativa regionale o comunale in dettaglio, in quanto ognuna ha regole proprie. Per questo motivo è sempre opportuno informarsi presso il Comune dove si svolge la manifestazione, oppure presso l’ente che organizza il mercatino.
Posso/devo esporre i prezzi delle mie creazioni?
In linea generale un soggetto che espone al pubblico il prezzo di un oggetto si presuppone che svolga una attività di tipo commerciale, quindi soggetto a tutti gli adempimenti necessari per vendere al pubblico. Ne deriva che gli hobbisti non possano esporre pubblicamente i prezzi di vendita dei loro oggetti, proprio per dimostrare il loro intento più che altro espositivo e non di vendita delle proprie creazioni. Quindi, in linea generale, nei mercatini di hobbisti non sono esposti prezzi di vendita.
Lo stesso principio vale se invece che esporre nei mercatini reali si espone la merce su portali web o sui social network, il prezzo degli oggetti non può essere esposto.
Ultimamente alcuni Comuni, con l’intento di regolamentare l’attività degli hobbisti, hanno previsto che anche questi possano esporre prezzi di vendita dei propri oggetti, non potendo superare tuttavia una soglia massima, che in molti casi è fissata a € 250,00.
Insomma cosa fare? Quando si partecipa ad un mercatino di hobbisti, se questo è organizzato da una specifica associazione, affidarsi alle indicazioni degli organizzatori, altrimenti per essere più sicuri chiedere indicazioni allo sportello delle attività produttive del Comune che ospita il mercatino.
Posso vendere liberamente senza rilasciare ricevuta?
Quando un hobbista vende un oggetto non è obbligato a rilasciare alcun documento, in quanto trattasi di cessione del tutto episodica ed occasionale, tuttavia, qualora il soggetto acquirente lo richieda, l’hobbista è tenuto a rilasciare ricevuta all’acquirente. Il questo caso il ruolo della ricevuta “non fiscale” è esclusivamente quello di fungere da quietanza di pagamento per il soggetto acquirente.
Per semplificare questo adempimento vi sarà sufficiente acquistare un blocco di ricevute prestampate in cartoleria e portarlo con voi quando esponete le vostre creazioni, in modo tale da poter rilasciare la ricevuta a richiesta del soggetto acquirente. Ricordate di applicare sulla marca da bollo da € 2,00 quando il compenso percepito supera la cifra di € 77,47.
L’emissione della ricevuta vi sarà utile anche per tenere traccia delle vostre vendite ai fini della dichiarazione dei redditi.
Le ricevute fiscali quando si tengono dei corsi
Quando si esercita un’attività di tipo professionale in modo del tutto episodico e non abituale non si hanno molti adempimenti fiscali di cui preoccuparsi. Questo tipo di attività può essere gestito tramite il rilascio di una ricevuta per prestazione di lavoro autonomo occasionale.
Il lavoro autonomo occasionale è una attività professionale svolta in modo del tutto autonomo ed indipendente per un committente che ha commissionato la prestazione di un servizio. In questo caso l’hobbista che si trova a dover svolgere una prestazione di questo tipo, come anche la tenuta di un corso di fa da te presso una fiera o un negozio, potrà emettere una ricevuta al soggetto committente.
L’emissione della ricevuta deve avvenire al momento del pagamento del compenso all’hobbista, e qualora il committente sia un soggetto dotato di partita Iva deve contenere la ritenuta di acconto. Tale ritenuta altro non è che un acconto sulle imposte che il committente tratterrà dal compenso concordato all’hobbista al fine di poterlo versare al Fisco per conto di quest’ultimo. Tale ritenuta di acconto non sarà perduta, ma sarà recuperata come acconto nel momento in cui l’hobbista andrà a presentare la propria dichiarazione dei redditi.
Anche in questo caso, se la prestazione professionale concordata supera gli € 77,47 è necessario applicare sulla ricevuta la marca da bollo da € 2,00.
Questa disciplina è valida solamente nel caso in cui si tratti di attività effettivamente occasionale e non abituale. Se l’attività è continuativa e si protrae nel tempo (la partecipazione per tenere corsi presso fiere o negozi per più giorni al mese), le ricevute non sono più utilizzabili, ma è necessario aprire partita Iva.
Se hai partita iva, in alternativa alla vendita nei mercatini puoi pensare di lanciarti in un progetto un po’ più impegnativo e aprire un temporary shop, ovvero un negozio temporaneo, che resta aperto per meno di 30 giorni all’anno, e per il quale gli adempimenti amministrativi e fiscali sono molto ridotti. Potrebbe essere una formula interessante per tutte le persone che hanno il sogno di aprire un negozio proprio, per permettere di provare l’esperienza su scala ridotta. Per maggiori informazioni su questo tipo di attività ti rimando all’articolo “Temporary store: guida all’apertura e adempimenti“.
Spero che questo articolo ti abbia chiarito un po’ le idee. Mi piacerebbe sapere qual è la tua esperienza sia in merito ai mercatini (partecipi regolarmente? Hai partecipato in passato?), sia alla vendita handmade in generale (vendi online? hai partita iva?).
Se hai domande, lasciale in un commento! Le stiamo raccogliendo assieme alle domande dei due post precedenti per rispondere a tutte quante 🙂
1 commento
In Piemonte dal 2018 nuovo regolamento 18 mercatini antiquariato e usato con tesserino a scalare e obbligo di prezzario tutta la merce.io sono sola ma chi ha un marito e un figlio 3 persone e tre domande quindi 54 che quelli che si fanno lavorando tutti festivi annuale. Io prenderei anche la partita IVA ma noi abbiamo la stessa tassazione di un grande antiquario. Nessuna agevolazione come gli ambulanti perché vendiamo roba usata. Naturalmente con queste restrizioni perché i più tanti sono soli i suddetti andranno a morire e tutte le persone e sono tante italiani e non si troveranno a non avere neanche più quella minima entrata che gli consente di avere qualche soldo in più. …. per pagare questo governo. Calcoliamo anche che nei bar ecc. Lavorano con questi mercati senza contare che tutta la merce usata andrebbe a finire in discarica. Non capisco perché non fare come in altri paesi che paghi un tot se ti conviene lo fai altrimenti a nanna. Questo solo in Piemonte. .. ma siamo un’Italia unità o no?