Se anche tu sei una creativa, sicuramente ti sarà venuta voglia almeno una volta di vendere i tuoi oggetti handmade o di accettare qualche proposta di collaborazione retribuita se hai anche un blog creativo.
I dubbi sono sempre molti su questo tema, perché tanta è la voglia di lanciarsi quanta la paura di non essere in regola a tema fiscale e finire per essere “multati per 20 euro”.
Nel tempo ho ricevuto diverse mail di creative che, desiderose di iniziare ma un po’ intimorite, mi facevano qualche domanda. Poi grazie al web ho conosciuto Federico, dottore commercialista specializzato in campo start-up e lavoro autonomo soprattutto in ambito web e autore del sito Fiscomania, e da qualche scambio di mail è nata l’idea di creare la rubrica “Fisco per crafter” su Briciole e Puntini.
Per il momento si tratterà di 3 puntate, una a settimana, che tratteranno quelli che – secondo il nostro giudizio – sono i 3 temi di interesse principale per una craft blogger:
- La vendita degli oggetti handmade: approccio e regime fiscale,
- La vendita online,
- I mercatini, le fiere e i corsi.
Per ogni puntata ho buttato giù alcune domande alle quali Federico ha risposto in maniera molto chiara e non troppo “legalese”.
Non mi dilungo troppo e lascio la parola a Federico per le 4 domande sul tema di oggi.
La vendita degli oggetti handmade: approccio e regime fiscale
Come essere in regola con il fisco per la vendita di oggetti handmade?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare una distinzione tra l’hobbista, ovvero colui che produce oggetti homemade per diletto e l’artigiano, che produce oggetti con il dichiarato scopo di venderli al fine di ricavarne un profitto. L’hobbista è un qualsiasi soggetto che produce oggetti prevalentemente per suo diletto e soddisfazione personale, senza alcun dichiarato scopo di lucro.
L’artigiano, invece, produce oggetti con il dichiarato scopo di venderli per ricavarne un profitto, e per questo è considerato un soggetto che effettua un’attività di tipo commerciale (e come tale deve sottostare ad una precisa disciplina fiscale e previdenziale).
Ciò che distingue l’hobbista dall’artigiano è la non abitualità della vendita degli oggetti che realizza.
Anche l’hobbista quando si accinge ad effettuare la vendita di un bene stia svolgendo un’attività di tipo commerciale, tuttavia, il Fisco, per i soggetti che effettuano cessioni in modo occasionale (ovvero non abituale), consente di applicare una disciplina fiscale assai semplice e priva di particolari adempimenti. Stiamo parlando delle c.d. “vendite occasionali”.
La partecipazione ad un mercatino degli hobbisti per vendere i oggetti, è il classico esempio di attività commerciale occasionale. Naturalmente la partecipazione a questi mercatini deve essere occasionale, altrimenti si rientra nella disciplina della vendita commerciale.
In questi casi il reddito che ne deriva rientra nella categoria dei “redditi diversi” di cui all’articolo 67 del Tuir, e i ricavi sono tassati al netto delle eventuali spese sostenute. L’attività commerciale occasionale, anche se soggetta ad Irpef, non è però rilevante ai fini Irap e Iva, quindi non è necessario istituire i relativi registri ed emettere fattura. Tuttavia, è necessario emettere una ricevuta per ogni importo incassato.
In pratica, presenziare a qualche mercatino del proprio paese non può certamente essere considerata attività commerciale abituale, mentre se vi spostate settimanalmente in tutti i mercati nella provincia o della regione, quella che state facendo è sicuramente un’attività commerciale da svolgere con partita Iva. Per capire quale tipo di attività (occasionale o abituale) stiamo svolgendo è opportuno valutare sempre caso per caso con un il vostro Commercialista di fiducia.
Quando è necessario aprire partita Iva?
La risposta a questa domanda è diretta conseguenza della precedente: quando la cessione dei beni prodotti homemade avviene in maniera abituale, essa produce un vero e proprio reddito di impresa. Come abbiamo visto questo è il caso di chi, invece di limitarsi a partecipare ogni tanto ad un mercatino, lo fa sistematicamente partecipando abitualmente a tutti i mercati della zona, magari anche acquistando anche gli oggetti da rivendere.
Oppure, può essere il caso di decide di aprire un sito web per la vendita dei propri oggetti, gestendo un vero e proprio negozio virtuale.
Questi sono esempi di attività commerciali esercitate abitualmente, le quali comportano la tassazione del relativo reddito sia ai fini Irpef che Irap, oltre all’obbligo di richiede la partita Iva, comunicazione in Camera di Commercio e allo Sportello per le attività produttive (SUAP) del proprio Comune e all’INPS.
Inoltre, devono essere rispettati gli adempimenti in termini di tenuta di libri e registri, liquidazioni e versamenti periodici, documentazione dei corrispettivi di vendita ecc.
Come compilare una ricevuta non fiscale?
Per coloro che esercitano attività di vendita di oggetti home made in maniera occasionale può essere opportuno certificare l’incasso del compenso percepito emettendo un’apposita ricevuta. Si tratta di una ricevuta “non fiscale” (non è obbligatorio emetterla), che può essere redatta anche su un foglio bianco, a patto di rispettare alcuni elementi fondamentali:
- Nome, cognome e codice fiscale del soggetto venditore e del soggetto acquirente. Nel caso in cui l’acquirente sia una società o un imprenditore è necessario inserire anche il numero di partita Iva;
- La data, che deve essere la data del pagamento del corrispettivo per la cessione;
- Il numero progressivo della ricevuta;
- Il corrispettivo incassato e la descrizione del bene oggetto della vendita.
Nella ricevuta dovrà essere inserita la seguente dicitura: “Corrispettivo relativo a cessione di beni compiuta quale attività commerciale occasionale di cui articolo 67 DPR n. 917/86”.
Se la ricevuta è di importo superiore a €. 77,47 è necessario apporvi una marca da bollo da €. 2,00.
E’ bene precisare che la ricevuta è consigliabile emetterla in duplice copia: l’originale la consegnate all’acquirente mentre la copia resta a te.
Quali documenti devo presentare per la dichiarazione dei redditi?
Le ricevute “non fiscali” rilasciate per la vendita di oggetti home made effettuate durante l’anno devono essere conservate per essere poi inserite nella propria dichiarazione dei redditi (modello Unico P.F. o modello 730), nel quadro relativo ai “redditi diversi”, quadro D del modello 730 e quadro RL del modello Unico P.F..
In questo modo sarà possibile portare in deduzione del compenso percepito alcune spese documentate (da scontrino, ricevuta o fattura) specificamente riconducibili alla creazione del bene venduto (ad esempio i materiali necessari alla creazione degli oggetti). Il reddito così determinato confluirà nel reddito imponibile Irpef e sarà soggetto a tassazione progressiva per scaglioni.
Per approfondire, ti invito a leggere l’articolo “Guida fiscale per Hobbisti” su Fiscomania.
Inoltre se hai dubbi o domanide non esitare a chiedere: non ti nascondo che se da questa rubrica emergeranno degli spunti abbastanza ampi, potremmo anche pensare ad un sequel 🙂
Ti aspetto la settimana prossima con la seconda puntata di “Fisco per crafter”: la vendita online!
21 commenti
interessante ed utile
aspetto di leggere le altre puntate
Spero che quella sulla vendita online sia stata illuminante, tra poco arriva la terza 🙂
Utilissimo e chiaro 🙂 grazie!
Grazie a te, e che bellissimo blog! 🙂
Un bacio!
Grazie Giulia! Questa nuova rubrica è utilissima!
Un grande abbraccio, buon weekend!
Felicissima che sia utile 🙂 Un bacione!
Grazie Giulia, davvero molto utile. Attendo le prossime puntate! 😉
Ultima puntata in fase di stesura! 😉
Questo tipo di rubriche sono sempre utili, e devo dire che è stato spiegato tutto in modo comprensibile anche se, da bravo avvocato, non ho problemi nella comprensione dei termini legali 😀
Sempre interessanti i tuoi post Giulia!
Un bacione.
Marina
Caspita sei un avvocato? Allora mi sento un po’ come se stessi parlando dell’alfabeto ad un insegnante di italiano, eheh ^^ Comunque sono felice di aver avuto anche un’opinione di qualcuno che è del settore, come saprai sono argomenti abbastanza ostici per chi non mastica (e anche ansiogeni, aggiungerei).
Un bacio!
Conosci il detto no? “le uniche certezze della vita: morte e tasse”! 😀
Una normativa che andrebbe rivista e semplificata da cima a fondo.
Cmq sì sono un avvocato 😛 che ama molto l’arte e la creatività.
Un bacione e continua con la rubrica 😉
Marina
Interessante come argomento anche se un po’ ostico. Tempo fa chiamai l’inps per capire come muovermi da impiegata a tempo indeterminato nel mondo del vendere handmade. Inutile dirti quante risposte discordanti ho ricevuto. Altro dubbio ora che mi piace creare abbellimenti per le feste è se posso o meno utilizzare immagini Disney o dovrei pagare qualcosa a qualcuno (?) per non infrangere il diritto di copyrigth…
Penso che tu abbia toccato un argomento che interessa a molte: come approcciarsi a questo mondo pur avendo un lavoro a tempo indeterminato. Credo che in parte Federico abbia già risposto nel suo post quando parla di attività occasionale e saltuaria: se si tratta di questo, infatti, non occorre porsi il problema della partita iva e si può tranquillamente utilizzare una piattaforma per la vendita online (Etsy, Dawanda, A Little Market…).
Per quanto riguarda il Copyright, invece, raccolgo la tua domanda nella lista da girare a Federico così vediamo come sviluppare il tema (penso potrebbe interessare anche ad altre persone).
A presto e grazie mille!
Sono argomenti interessanti ma anche insidiosi; per capire meglio ho deciso di seguire il tuo blog. Complimenti
Grazie mille Anna, sono felice di averti come nuova follower, e spero di poter aiutare a fare chiarezza 🙂
Un bacio!
Ne stavamo giusto discutendo io e mio marito, sulla necessità della partita Iva per un e-commerce. Non che avessi intenzione di aprirne uno eh! Comunque l’argomento è veramente molto molto interessante. Sono rimasta sorpresa dal discorso della ricevuta NON fiscale…. non sapevo andasse comunque emessa e inserita in dichiarazione. Certo che durante un mercatino è un po’ difficile che le persone diano il loro C.F. Mi informerò! Grazie Giulia… non commento mai, ma il tuo sito è tanto bello!!!!
Erika
Sono felice che il mio sito ti piaccia tanto <3
Per quanto riguarda i mercatini secondo me potrebbe dipendere anche da chi è organizzato, nel senso che per quelli delle pro loco so che è necessario compilare un modulo in marca da bollo da consegnare in comune dove ci si dichiara hobbisti e si dichiara di non prendere parte a più di 5 mercatini all'anno. Però ho anche letto che ci sono delle differenze regionali quindi non mi esprimo con assoluta certezza: in effetti come dici tu, realisticamente parlando, le persone non si mettono a darti il codice fiscale in un mercatino di paese (e non ho neanche mai visto le persone chiederlo).
A presto, un abbraccio!
molto interessante, grazie!
Grazie a te Anna, anche per l’iscrizione alla newsletter 🙂
Buonasera, io sono un operatore del proprio ingegno e volevo chiedervi come devo comportarmi nel caso di una vendita dei miei prodotti (gioielli interamente fatti a mano) ad un negozio. Da quanto ho capito devo rilasciare una ricevuta non fiscale con marca da bollo da 2 euro se il guadagno supera le 77 euro? grazie, Daria.
Ciao Daria, dovresti rilasciare la ricevuta in tutti i casi, solo che per importi inferiori ai 77 euro non è necessario applicare la marca da bollo.
A presto 🙂